mercoledì 14 aprile 2010


Caro David,
sono stremata.Nella tua ultima lettera mi chiedevi della mia salute;be,mi sento vecchia,indolente e debole,soprattutto debole.Mi sembra come se da un momento all'altro le mie ossa non reggeranno più il peso della carne e dei muscoli e con piccoli ticchettii daranno segni del loro cedimento fino a farmi diventare carcassa su un marciapiede e poi polvere che svanisce come paraffina.
I tuoi amati aforismi mi fanno sempre pensare. Dici che ieri e domani sono giorni di cui non possiamo disporre e dobbiamo cogliere il nostro giorno.Quanto romanticismo nel vecchio carpe diem ed in te David.Con il passare degli anni sei ringiovanito pur accumulando le tue tante esperienze,le tue carte di imbarco,le tue fotografie,i tuoi soprammobili.Mi sei lontano eppure mi sembra di poterti vedere indaffarato tra una telefonata e l'altra,una cena ed un brunch,cercare carta e penna per scrivermi.
Tu riesci ad immaginare me?Quando mi pensi,cosa credi faccia?Mi immagini in giro con gli amici,seduta su una panchina a guardare i cani contendersi una pigna o forse mi immagini mentre dormo e sogno?
Quasi più niente di questo mi appartiene.Il mondo giace davanti ai miei occhi ma rimane pur sempre troppo avanti a me per arrivare ad afferrarlo o solo a sfiorarlo.Il tempo va avanti inesorabile e io mi trovo ogni giorno più vecchia,stanca,arida e sola.Non c'e riposo per questa stanchezza.Se chiudo gli occhi ho le vertigini e se li tengo aperti sto male.Niente di quello che ho mi appartiene e quel che è peggio,io nemmeno appartengo a nessuno.
Sono tutti avanti a me di kilometri e io,la staffetta non riesco proprio ad afferrarla.Che gioco terribile!
Alla fine dei conti sarebbe meglio se non lo avessi mai conosciuto.Dentro di me avrei sempre saputo che qualcuno c'era da qualche parte nel mondo ma mi sarei arresa al fatto che è praticamente impossibile trovare l'Uno fra 7 miliardi di anime.Ma è successo.In un altro Universo,che niente ha a che fare con il mio,lui esiste,si sveglia ogni mattino,si recca in un nuovo posto di lavoro,dà il buongiorno ad una nuova donna,ha nuovi pensieri che non includono più me.
Lo so,lo so.Sono passati cinque anni.A me sembra ieri.Se mi vedessi ora mi daresti trent'anni,Dave.Non c'è niente dei vent'anni nel mio aspetto.Ha portato tutto via con sè,compresa la mia giovane età.
Ti ricordi quando ci fermavamo sul muretto a fumare prima che io entrassi a scuola? Quante risate!E il giorno in cui mi dicesti che era ora per te,di andare via.Oddio.Se guardo dietro di me,vedo solo una collezione di lutti,di partenze senza arrivi,di angoli bui,di tristezza.Come posso sperare in un futuro luminoso se dietro di me c'è solo oscurità?E' come camminare su un percorso tracciato,inseguire una fioca luce alla fine del tragitto già segnato davanti a me,una luce che viene oscurata sempre pù velocemente dal buio alle mie spalle e ormai,tutto attorno a me.
Vorrei che le cose stessero diversamente.Vorrei scriverti una lettera in cui ti dico che è tutto apposto,che ho un bel lavoro,che guadagno abbastanza da comprare da sola una casa per me e pagare le spese dei miei genitori,che sto bene,che c'è qualcuno che mi rende felice solo con la sua presenza,che studiare,vedere gli amici,comprare abiti,pettinarsi i capelli,mettersi i tacchi,sognare una famiglia,avere un'auto,sono tutto ciò che voglio e che mi rendono felice.La verità è che se non voglio finire a battere i pugni contro al muro o a scaraventare tutto ciò che ho a casa sul pavimento presa da uno dei miei raptus,devo solo spegnere il cervello.Non pensare nè al passato nè al futuro.COnvincermi che sto facendo la cosa giusta,che impegnarmi negli studi sia la cosa giusta e che c'è del buono e del bello nel mondo e spetta a me,che mi merito di essere felice.
Ricordati di me,David.

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